|
|
La Lambretta, seppur essendo un modesto scooter, ha vissuto una luminosa carriera sportiva, imponendosi in diverse specialità del variegato mondo delle corse motociclistiche. L'Innocenti capì fin da subito che il modo migliore per promuovere l'immagine prestazionale e di robustezza dei propri scooter, era quella di farli partecipare alle più disparate gare dedicate agli scooter. Alcune di queste erano notevolmente massacranti per dei piccoli veicoli nati per un uso utilitaristico. Non solo gare su lunghi sterrati o interminabili gare su asfalto, andando a percorrere in lungo e in largo la nostra Italia, ma anche prove da record in accelerazione e di velocità massima assoluta. L'impegno profuso dalla Innocenti, si concretizzo nell'istituzione di un reparto corse dove sapienti tecnici e progettisti davano vita a dei piccoli bolidi basati sulle Lambretta. Tutta la produzione, dalla leggendaria A all'ultima DL passarono sotto le cure di questo reparto, in modo da partecipare alle sempre nuove sfide velocistiche. Anche molti elaboratori esterni si dedicarono nei loro atelier all'elaborazione della Lambretta. Così nacquero dei pezzi unici, il loro segno distintivo era quasi sempre la presenza di voluminosi serbatoi supplementari, che trasformavano la linea in una sorta di motocicletta. In tal modo nacquero anche delle linee d'accessori sportivi, come marmitte, cilindri teste, sospensioni e altri piccoli ma importanti componenti, che permettevano al pubblico di appassionati di potenziare le loro Lambretta. Sin dai primi anni di produzione la Lambretta intraprese migliaia di sfide con altri scooter, nei più disparati campi di gara. Anche in campo sportivo come in quello commerciale,la sua più acerrima rivale fu la Vespa. Anche la Piaggio, capì che il modo migliore per promuovere il prodotto Vespa era quello di farlo gareggiare e inanellare, il maggior numero di record, possibili. Una sfida che per entrambi, centrò l'obiettivo di mettersi in massima mostra dinanzi al pubblico. La corsa che raccolse maggior interesse di pubblico, fu la Milano-Taranto. Una vera maratona motociclistica che col suo lungo percorso da nord a sud della penisola italiana permetteva al maggior numero di persone di assistere al passaggio dei corridori. Una gara molto dura per uomini e mezzi e forse ancor di più per i piccoli scooter, nati non certo per un uso così estremo, ma che riuscirono a ritagliarsi un posto d'onore nella storica gara motociclistica, che richiamava piloti e costruttori da diverse parti d'Europa. Negli anni '50 le Lambretta che maggiormente riuscirono a conquistare importanti piazzamenti alla Milano-Taranto furono le d nelle cilindrate 125 e 150 cc, che grazie alla loro leggerezza e maneggevolezza si prestavano a duro compito, non prima di ricevere importanti modifiche ai propulsori in modo da sfoderare inaspettate doti volocistiche per dei mezzi con delle minuscole ruote, nati per usi utilitaristici.
La corsa che riuscì a divenire il non plus ulta, fu il Scooter Week, all'isola di Man. Già scenario del Tourist Trophy, per le moto. Molti dei nostri piloti italiani furono chiamati a correre, dalla squadra ufficiale Innocenti. Uno di questi fu Giorgio Sicbaldi, del Lambretta Club Cagliari, che dal 1965 sino ai primi anni del '70, fin quando non fu chiusa la squadra ufficiale Innocenti, alla settimana scooteristica, dell'isola dei gatti senza coda. Qualche tempo fa, ho avuto l'onore e il piacere di incontrare, il signor Sicbaldi, per poi pubblicare l'intervista, nel sito Racing Lambrettas.com del mio carissimo amico Paolo Catani. Un tipo ancora molto grintoso, che non disdegna ogni tanto qualche gara raid, purtroppo in sella ad una Vespa odierna. Lui in realtà arrivava dalla squadra ufficiale, Vespa, ma nel 1964, l'Innocenti lo volle ingaggiare, per la sua squadra ufficiale, viste le sue grandi doti da pilota. Le vittorie alla Scooter Week, furono tantissime, anche per il fatto che le prove erano da superare erano tante nel corso di una settimana. Lui corse sempre nella categoria 125, prima in sella ad una Li125 terza serie, dal '65 con la più performante Special 125, per terminare, la vincente esperienza con la Lambretta DL 125. Sodalizio che si chiuse anche perché la Lambretta dal 1972 non sarebbe più stata prodotta dalla Innocenti, e il suo reparto sportivo andava chiudendo, come le linee di produzione, dopo 25 anni fatti di trionfi sportivi e nel combattuto mercato degli scooter, in tutto il globo. Quell'ultimo modello di Lambretta prodotto dalla Innocenti, racchiudeva in se tutta l'esperienza costruttiva e sportiva della gloriosa fabbrica di Lambrate. La Lambretta DL, viene anche chiamata "macchia nera", per via dell'adesivo che posto sul paragambe. Un particolare fregio, che veniva sostituito dalla bandiera a scacchi, (che vedi qui usato come sfondo) per le versioni GP, prodotte in versione 150 e 200, dedicate al mercato Inglese e Australiano. Ottimi bacini d'utenza sportiva. In realtà non differivano poi tanto dalle normali DL, se non per le colorazioni, in alcuni casi bicolore, come avveniva per le Li 150, e per la sella un pò più lunga e dalla foggia sportiva.
Volendo ripercorrere la storia dei modelli più sportivi, prodotti di serie dalla Innocenti, dobbiamo sicuramente partire dalla mitica TV175 Mk1, del 1957 che con la sua conturbante linea e motore, inaugura il passaggio dalla trasmissione cardanica a quella a catena DUPLEX a bagno d'olio, soluzione che si mantenne sino all'ultimo modello prodotto della Lambretta. Con ciò non voglio dire che prima dell'avvento nel mercato, della TV non vi fosse un animo sportivo in casa Innocenti. Ma si trattava di modelli elaborati dal reparto corse o da semplici estimatori della Lambretta, per poter prender parte alle corse, e no prodotti di serie. La TV o meglio Turismo Veloce, sigla che in quegli anni distingueva un altro mito su ruote, la Fiat 1100 Turismo Veloce. Entrambe nei loro mercati regalavano mille sogni agli aspiranti conducenti, desiderosi di macinare migliaia di chilometri nelle tante gite fuori porta, ad una considerevole velocità. La TV rimane la Lambretta più sportiva sino ai primi anni '60, con l'inizio della produzione della terza serie nel '63, riceve importanti modifiche che la distinguono nella carrozzeria, dalle normali Li, cosa che nelle precedenti serie, non accadeva, se non per la presenza degli ammortizzatori supplementari anteriori. La TV 175 Mk3, ha dei nuovi cofani laterali, impreziositi da dei fregi cromati, un nuovo frontalino più snello, un parafango più spigoloso costruito in leggera fibra di vetro, e un nuovo faro di forma ottagonale. Ma la novità più grande è il freno a disco anteriore. Una novità assoluta, la Lambretta sarà così il primo scooter prodotto di serie, con freno a disco. Un bel colpaccio, che fà incrementare le vendite, in maniera esponenziale. Solo per il mercato Inglese, l'anno dopo si crea, la TV 200 o anche venduta come GT 200. Un vero bolide, che inaugura una nuova classe nello scooterismo. Il pubblico italiano prima di vedere una Lambretta 200, dovrà attendere il 1966, anno di presentazione della SX 200, un vero classico, con dei cofani mai visti nella produzione Lambretta, la fanno apparire, una vera fuori serie. Questa Lambretta, sarà usata da tantissimi piloti, nelle più disparate corse del mondo. Una particolarità di della SX 200 era che in Italia, veniva venduta, nel solo colore Bianco Nuovo, anche se nei primi momenti dalla messa in mercato, circoleranno delle foto di alcune SX 200 dal colore rosso! In Inghilterra la SX veniva commercializzata anche in versioni bicolore, che la rendevano ancora più particolare, forse in Italia, l'accoppiamento di due tinte, era considerato già passata, mentre per gl'inglesi, più tradizionalisti, era una segno d'eleganza ed esclusività. Col '68 arriva la serie DL, la nuova ammiraglia sarà la 200, il motore di questa versione è la massima espressione dell'esperienza maturata dalla Innocenti, tanto che poco prima di chiudere le linee produttive, verrà venduta anche con accensione elettronica, cioè senza puntine, un sistema a 6 volt messo appunto dalla Ducati Elettronica, apposta per per la Lambretta. L'elettronic., sarà l'ultimo gioiello di Lambratte, prima dell'insana decisione di passare alla produzione delle auto. Alcuni asseriscono, che la Lambretta fallì nel mercato. Ma non è così! Anche la Piaggio navigava in cattive acque, essi decisero di farsi acquisire da un pesce più grande. L'Innocenti cercò di non farsi assorbire da nessuno, ma con un'idea fissa l'auto! Auto che portarono al vero fallimento. Questo si!!! Rimane una storia fatta di successi della piccola Lambretta. Un vero scooter Racing, che conserva tanti record, fra i quali quello di velocità ad oltre 200 Km/h, e lo mantiene saldamente dagli anni '50! Quale altro scooter d'epoca ha tuttora una linea di prodotti per incrementare ancor di più le sue prestazioni? Io dico solo lei, la LAMBRETTA, e non sono pochi gli specialisti delle Lambretta Racing, basta dare una sbirciata, su internet, o sulle riviste scooteristiche inglesi e la conferma non tarda ad arrivare. "Lambretta per sempre racing!"
|