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Fra i modelli Lambretta prodotti su licenza INNOCENTI all'estero, senza dubbio quello Indiano fu uno dei più fortunati e longevi. L'unico in cui per l'ungo tempo gli scooter Lambretta venivano costruiti da due diverse società concorrenti, la A.P.I. e la S.I.L. Quando la Lambretta veniva costruita a Bombay Lo sbarco della Lambretta nel popoloso paese asiatico avvenne da prima grazie ad una sinergia con la locale A.P.I. (Prodotti Automobilistici India), una società mista fra pubblico e privato con sede a Bombay. I primi modelli furono le longeve d, semplici e robuste adatte alle esigenze locali. L'INNOCENTI pose l'obbligo che la produzione non venisse esportata fuori dal paese. Con l'ingresso della serie Li nei primissimi anni '60, alcune macchine Li150 Mk2 vennero inviate dalla casa madre smontate per poi venir assemblate in India, per ridurre i costi di trasporto e forse anche per sondare l'accoglienza nel mercato di questo modello. I risultati furono ottimi e vennero allestite delle linee di produzione dei modelli Li Mk2 nelle varie versioni di cilindrata, comprendendo perfino la 175cc. La produzione indiana rimaneva più economica nelle finiture e nell'assemblaggio rispetto a quelle INNOCENTI, ma per il mercato interno non ricchissimo economicamente andava a garantire un ottimo prodotto a un prezzo accessibilissimo. Senza grandissimi stravolgimenti tecnici ed estetici le robuste Lambretta Li Mk2 A.P.I. continuarono ad esser sfornate anche dopo la chiusura delle linee produttive di Lambrate (1971). Fra le modifiche nel corso degli anni son da segnalare in primo il cambio di nome quando nel 1971 la S.I.L altra società indiana che in quell'anno acquistò le linee appena dismesse della Lambretta DL - GP di Lambrate. La licenza d'usare il marchio Lambretta così passò alla nuova società e le A.P.I. presero nuovi nome come Poli e Lamby. Altro aggiornamento arrivò nel 1986, quando si tentò di ridisegnare le linee della vetusta Li Mk2, snellendola con un paragambe più rastremato e un faro anteriore rettangolare che ricorda le DL, nella parte posteriore dello scooter apparve un faro di generose dimensioni molto simile a quello delle Vespa anni '70. Per cercare di dare una linea più filante si snellirono i cofani laterali rendendoli più squadrati. Naturalmente vennero usati molti particolari in materiale plastico, in luogo di quelli in alluminio. Il successo commerciale sperato dal produttore, in particolare all'estero, non arrivò e a ad oggi rimangono pochi esemplari di questo modello, che fu stilizzato da un progettista giapponese. La produzione fu molto esigua tanto che dopo qualche tempo si chiusero le linee produttive, forse anche perché la concorrenza interna data dalle S.I.L. era ben forte oltre all'arrivo sul mercato di scooter automatici, di progettazione giapponese. Ben più fortunata fu la produzione di veicoli a tre ruote, i famosi rickshaw motorizzati Lambretta, dal nome altamente esotico Tuk Tuk. Questi particolarissimi TAXI ancora oggi si vedono in India adibiti al trasporto di persone.
S.I.L. la continuazione della specie Lambretta Ben diversa la
storia per l'altra grande casa in indiana, la S.I.L. (Scooter Limited
India) con sede a Lucknow. A ben guardare non la si può considerare
una semplice società licenziataria INNOCENTI, visto che nacque
proprio all'indomani della chiusura delle linee italiane, e da questa
ne acquistò completamente tutti i macchinari produttivi delle
Lambretta e dei motocarri Lambro. Dal 1974 entrambe le due tipologie
di veicoli vengono sfornati da quegli stessi macchinari che qualche
anno prima li producevano alle rive del fiume Lambro, ridando vita al
nome Lambretta. Sia la Lambretta DL - GP e i motocarri Lambro erano
ancora validissimi in termini di progetto, visto anche il fatto che
in Italia le ultime versioni erano entrate in produzione solo qualche
anno prima dalla chiusura, aiutò non poco la neonata S.I.L. a
trovare buona ricettività dei suoi prodotti oltre che nel marcato
interno, anche in quello mondiale, in testa a tutti quello britannico,
da sempre il più lambrettistico di tutti. Sappiamo che nelle
fabbriche S.I.L. non vennero solo prodotti gli scooter DL nelle tre
classiche cilindrate, ma anche i modelli monoscocca come il J 125, in
questo caso si notava la presenza del tipico manubrio della DL montato
in luogo di quello originale con faro circolare. Come già detto
la massima fortuna l'ebbe la DL che per un primo momento mantenne linee
e colori della versione Italiana, in particolare per le versioni export.
Sì perché le versioni dedicate al mercato interno erano
nettamente più povere, tanto che montavano le vecchie selle singole
come le Li. Certo è che la mitica DL 200 perse non poco, rispetto
a quella prodotta negli storici stabilimenti lombardi, infatti non aveva
più il bellissimo freno a disco della Campagnolo, ora sostituito
da un comune freno a tamburo. La produzione interna come abbiamo La foto in cui si comunica la chiusura delle linee Lambretta S.I.L. è un articolo tratto dalla rivista Motociclismo fascicolo:2507-N8 Agosto 1997
Le fonti da cui sono state tratte le informazioni sono: Sito ufficiale del The Lambretta Club of Great Britain http://www.lcgb.co.uk Si ricorda coloro dovessero usare la presente ricostruzione storica di contattarmi in preccedenza. Torna alla pagina Le figlie della Lambretta oppure vai direttamente alle altre pagine della sezione: America Latina - Spagna - Francia - Germania - India
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